Cena Ottocentesca in Villa

Cena Ottocentesca in Villa

Castellazzo di Bollate (Mi) Villa Arconati Fondazione Augusto Rancilio per inaugurare la Sala Rossa dopo il restauro ha in serbo per sabato 5 maggio 2018 di festeggiare con una cena Ottocentesca. La serata regalerà ai commensali i fasti delle tavole ottocentesche in un trionfo di sapori sapientemente preparati con un menù che ripropone portate scelte nei ricettari delle grandi famiglie dell’epoca. La cena rievocherà per ambientazione ed atmosfera gli anni ’80 dell’Ottocento, un’epoca vivace e proiettata verso un futuro di grandi novità sociali, politiche e gastronomiche. Gli Ospiti saranno intrattenuti da musica d’accompagnamento e figuranti in abito d’epoca che rievocheranno usi e costumi di fine secolo.

Da lunedì 26 marzo 2018 partiranno le prenotazioni che dovranno pervenire tramite mail all’indirizzo segreteria@villaarconati.it

L’importo della cena L’OTTOCENTO ALLA TAVOLA DELLA CONTESSA LUISA SORMANI BUSCA è previsto per euro 80 ad ospite ( bambini da 2 a 7 anni 40 euro), i commensali contribuiranno in questo modo al progetto di recupero e valorizzazione di Villa Arconati -FAR. I posti sono limitati e la prenotazione è obbligatoria.

Dove Sala Rossa di Villa Arconati-FAR via Madonna Fametta, 1 20021 Castellazzo di Bollate (MI)

Per la prenotazione Inviare la propria richiesta di prenotazione all’indirizzo mail segreteria@villaarconati.it specificando un nominativo di riferimento, n° di posti richiesti, età dei partecipanti, recapito telefonico. Al momento della prenotazione è richiesto un versamento del 50% dell’importo tramite bonifico bancario intestato a New Team Banqueting – IBAN IT03E558451460000000000436 | Gruppo BIPIEMME Agenzia di Lomazzo con causale “Cena Ottocentesca”.

Disdetta prenotazioni entro e non oltre sabato 28 aprile p.v. con rimborso dell’acconto al netto di € 10,00 a persona per le spese di gestione.

Per informazioni +39.393 8680934 segreteria@villaarconati.it

APPROFONDIMENTO

LA SALA ROSSA

La Sala Rossa di Villa Arconati-FAR è certamente unica nel suo genere, così diverso dal barocchetto lombardo preponderante in tutto il resto del palazzo: le pareti rosso pompeiano, le boiserie in legno di larice, il soffitto a cassettoni con dorature e le decorazioni in stile neo-gotico vedono il trionfo dell’elegante gusto simbolista e decadente di fine Ottocento.

Il riordino e la decorazione della sala furono commissionate proprio verso la fine dell’Ottocento dalla Contessa Luisa Sormani Busca, allora padrona di casa, che volle questo ambiente quale salotto da giorno dedicato al gioco e allo svago, tanto che sul fondo della sala – arricchita da imponenti specchiere dorate, grandi dipinti, piccole sculture, un numero infinito di soprammobili, divanetti e sedute – si trovava un tavolo da biliardo. Al centro della sala, quasi a dividerla idealmente in due, si trovava un’enorme tela raffigurante lo stemma nobiliare della Famiglia Serbelloni, dalla quale proveniva il ramo dinastico dei Marchesi Busca di Castellazzo.

Sui sovrapporta in stucco e sopra il grande camino della sala fanno bella mostra di sé i blasoni di Luisa Busca Arconati Visconti e del marito Pietro Sormani. La sala fu, infatti, probabilmente realizzata in seguito al loro matrimonio nell’estate del 1873.

Il fregio decorativo sulla parte alta delle pareti, che riproduce una danza di piccoli putti giocosi dai colori brillanti, reca al proprio interno la data 1877 (probabilmente la data in cui la pittura murale fu ultimata) e la firma G. Campi: Giacomo Campi fu artista attivo a Milano proprio a partire dagli anni ’70 dell’Ottocento, dopo avere lavorato in Vaticano al Collegio romano con Francesco Podesti. Il Podesti aveva realizzato diversi lavori per la committenza Busca nella prima metà dell’Ottocento, lasciando traccia della propria opera attraverso quattro “scherzi su muro” ancora presenti in villa.

Luisa Busca Arconati Visconti ereditò la villa nel 1870 alla morte dello zio, il Marchese Antonio Busca, e ne fu proprietaria fino al 1928. Con lei, secondogenita delle sei orfane ereditiere della famiglia, si estinse il ramo dinastico Busca di Castellazzo.

IL RESTAURO DELLA SALA

L’intervento di restauro di Fondazione Augusto Rancilio ha visto impegnate 6 restauratrici esperte che sono intervenute su tutti gli elementi costitutivi della sala, particolarmente complessa per la varietà dei materiali e delle tecniche utilizzate. L’intervento, che ha comportato quasi un anno di lavoro, si è reso necessario per la messa in sicurezza degli elementi decorativi ed è stato realizzato in un’ottica prettamente conservativa.

Oggetto di restauro sono state le pareti rosso pompeiano e il fregio pittorico di Giacomo Campi, le boiserie in legno e il soffitto a cassettoni dipinti con dorature, il grande camino in pietra arenaria, gli elementi decorativi in stucco, le porte e le finestre. E’ stata, inoltre, ricostruita la cornice decorativa in marmo macchiavecchia di una delle porte, che era stata rubata nell’estate del 2014. Sono stati, infine, realizzati ad hoc per la sala quattro lampadari che ne consentano la fruizione anche in occasione di eventi serali e notturni. L’intervento di restauro del pavimento ha riportato alla luce una piccola “chicca”: le mattonelle hanno tutte il marchio di fabbrica della ditta Maurier, che aveva sede a San Cristoforo fuori da Porta Ticinese.

La Redazione

Pubblicato il 22/03/2018

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