Dislessia cos’è?

Dislessia cos’è?

Finita la scuola, i ritmi rallentano, gli impegni per i ragazzi diminuiscono e l’ansia per lo studio e i compiti per un po’ scompare. Anche i genitori degli studenti dislessici si prendono una pausa dopo un anno di sacrifici e impegno accanto ai loro figli. Ma quando parliamo di Dislessia, sappiamo che cos’è, oppure la consideriamo una tendenza, come tante, che in questi ultimi anni, circola nel mondo della scuola?

La Dislessia è una caratteristica che rende difficile leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Leggere e scrivere sono considerati atti semplici e automatici per cui risulta difficile comprendere come mai alcuni bambini o meglio alcune persone intelligenti non riescano a farlo. come La Dislessia è una caratteristica invisibile, ma possiamo riconoscerla da alcuni segnali come per esempio la confusione fra lettere e suoni simili, lettura lenta con salti di righe o parole, scrittura poco leggibile con presenza di errori ortografici, omissioni di lettere sillabe o parole, confusione tra i simboli matematici e nella scrittura dei numeri, difficoltà a riconoscere la destra e la sinistra e nella lettura dell’orologio, ma anche già prima dell’età scolare si possono riconoscere dei segnali. Il bambino dislessico, nella maggior parte dei casi, prima dell’ingresso nel mondo della scuola, non sembra manifestare nessun segno premonitore e alcun tipo di difficoltà durante le sue attività, ludiche o sociali che siano. Questo è dovuto soprattutto alla natura stessa della dislessia cioè quella di essere una caratteristica invisibile che si manifesta solamente nel momento in cui il bambino deve confrontarsi con l’apprendimento della lingua scritta.  Esperti, famiglie e insegnanti, perciò, si chiedono se esistano  segni premonitori per individuarla precocemente già nella scuola dell’infanzia.
Alcune ricerche recenti hanno individuato due aspetti su cui è bene porre l’attenzione: la presenza di un ritardo nell’acquisizione del linguaggio e la familiarità dovuta alla natura genetica dei DSA.

Secondo il Prof. Giacomo Stella, tra i massimi esperti di dislessia in Italia e fondatore dell’Associazione Italiana Dislessia, quando un bambino dopo il compimento del 3° anno di età continua a produrre parole con struttura ridotta,  questo è già un segnale di allarme. Questo non significa che tutti i bambini che iniziano a parlare tardi sono dislessici, però è possibile affermare che più il disturbo persiste in età prescolare, più aumentano i rischi di un deficit di apprendimento.  Questa probabilità, sostengono i ricercatori, si avvicina all’80% quando il bambino ha un disturbo del linguaggio ancora presente dopo il quarto anno di età. Quando si verificano queste condizioni devono essere avviate attività di potenziamento prima dell’inizio della scuola per far si che il bambino inizi il periodo di scolarizzazione in condizioni meno svantaggiate. Per quel che concerne, poi, l’aspetto della familiarità molti studi hanno accertato che la dislessia è trasmessa per via genetica anche se le indagini sui genitori sono state ostacolate dal fatto che in passato le difficoltà della letto-scrittura venivano considerate insuccessi scolastici e scarsa voglia di imparare. Perciò le prime ricerche hanno tenuto conto della presenza di almeno due bocciature nell’arco della scuola dell’obbligo come indicatori di una probabile presenza di dislessia.

Tratto da:”Dislessia? Io ti conosco”. Dislessia quali sono i segnali per individuarla precocemente?

“Dislessia? Io ti conosco” si tratta di un progetto di comunicazione nato con i seguenti obiettivi: – trasmettere la conoscenza della dislessia; – sconfiggere l’ignoranza e l’ostruzionismo verso questa difficoltà; – permettere a tutti i bambini e ragazzi dislessici di avere diritto al successo scolastico.

La Redazione

Pubblicato il 09/06/2017

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